Il progetto “La parola che cura” nasce dalla fiducia che la nostra associazione nutre nei confronti del potere terapeutico della parola e nella capacità della scrittura di esprimere sentimenti altrimenti inesprimibili.
Forti di questa fiducia abbiamo deciso di organizzare una serie di laboratori e di letture pubbliche in Istituti penitenziari, Case di riposo e altri contesti di disagio, adattando alla situazione particolare l’esperienza già maturata dall’associazione Nie Wiem.
Terapia e poesia
Il progetto si fonda, oltre che sulle scoperte della psicanalisi, della pedagogia, della psicoterapia, di movimenti come quello dell’Art brut, dell’Art-therapy e della Antipsichiatria, sulle esperienze umane e professionali degli organizzatori e delle persone coinvolte nella ideazione e nella stesura del progetto. Tiene conto, quindi, sia delle esigenze mediche e sociali, imprescindibili soprattutto in contesti patologici, sia delle competenze letterarie degli organizzatori, di solito trascurate, cercando di combinarle in un approccio attento alla qualità dei laboratori proposti e naturalmente ai bisogni e desideri dei partecipanti.
Obiettivi
Fornire alle persone che vivono ed operano in contesti di esclusione e marginalità un’occasione per apprendere ad esprimere le proprie sensazioni e dargli forma scritta, attraverso la poesia, il diario e altre forme letterarie e di comunicazione.