IMPRESSIONI TEATRALI

di WISLAWA SZYMBORSKA

Per me l’atto più importante della tragedia è il sesto:

il risorgere dalle battaglie della scena,

l’aggiustare le parrucche, le vesti,

l’estrarre il coltello dal petto,

il togliere il cappio dal collo,

l’allinearsi tra i vivi

con la faccia al pubblico.

Inchini individuali e collettivi:

la mano bianca sulla ferita al cuore,

la riverenza della suicida,

il piegarsi della testa mozzata.

Inchini in coppia:

la rabbia porge il braccio alla mitezza,

la vittima guarda beata gli occhi del carnefice,

il ribelle cammina senza rancore a fianco del tiranno.

Il calpestare l’eternità con la punta della scarpina dorata.

Lo scacciare le morali con le falde del cappello.

L’incorreggibile intento di ricominciare domani da capo.

L’entrare in fila indiana di morti già da un pezzo,

e cioè neglia atti terzo, quarto, e tra gli atti.

Il miracoloso ritorno di quelli spariti senza tracce.

Il pensiero che abbiamo atteso pazienti dietro le quinte,

senza togliersi il costume,

senza levarsi il trucco,

mi commuove più delle tirate della tragedia.

Ma davvero sublime è il calare del sipario

e quello che si vede ancora nella bassa fessura:

ecco, qui una mano si affretta a prendere un fiore,

là un’altra afferra la spada abbandonata.

Solo allora una terza, invisibile,

fa il suo dovere

e mi stringe alla gola.

 

BIOGRAFIA

Wislawa Szymborska nasce nel 1923 a Kornik, nella Polonia occidentale. Nel 1931 con la famiglia si trasferisce a Cracovia. Frequenta l’ambiente culturale dell’epoca, orientato politicamente a sinistra, debuttando nel 1945 sulla rivista Walka (La Lotta) con la poesia Szukam slowa (Cerco la parola). Tre anni dopo completa la sua prima raccolta di poesie.
Nel 1952 si iscrive al Partito Comunista, come molti altri giovani scrittori dell’epoca. Ciò determina la sua successiva produzione poetica, più impersonale e influenzata dal realismo socialista di stampo sovietico.
Nello stesso anno esce la raccolta Dlaczego Zyjemy (Per questo viviamo). Nel 1953 inizia la collaborazione con la rivista letteraria Zycie Literacia (Vita Letteraria).
Nel 1954 si reca in Bulgaria; negli anni seguenti effettua numerosi viaggi in Francia, in Unione Sovietica, in Gran Bretagna, in Olanda, in Austria. E’ del ’54 la raccolta Domande rivolte a stessa.
Nel 1957 esce la raccolta Wolanie do Yeti (Appello allo Yeti), dove, distaccandosi dall’ideologia imperante, rivela un suo stile poetico personalissimo ed originale; segue nel 1962 la pubblicazione di Sol (Sale). Dall’inizio degli anni 60 in poi le sue opere iniziano ad essere pubblicate ed apprezzate in numerosi paesi stranieri: Germania, Inghilterra, Russia, Svezia, ecc.
Nel 1966 si dimette dal Partito e gradualmente diminuiscono i suoi incarichi nella rivista Zycie Literaria, con la quale interrompe definitivamente ogni collaborazione nel 1981, quando il generale Jaruzelsky impone lo stato di guerra e lo scioglimento di Solidarnosc.
Nel 1967 vengono pubblicate le raccolte Cento giochi e Sto poiech (Uno spasso); nel 1972 esce Wszelki wypadek (In ogni caso) e nel 1976 Wielka liczba (Grande numero).
A partire dal 1981 si avvicina sempre di più agli ambienti dell’opposizione democratica; nel 1986 rifiuta un noto premio statale per la raccolta Ludzie na Moscie (Gente sul ponte), che vince il Premio per la Cultura di Solidarnosc clandestina.
Nel 1993 esce un’altra raccolta, Koniec i poczatec (La fine e l’inizio). Nel 1996 ottiene il Premio Nobel per la Letteratura e nello stesso anno vince il Premio “Pen – book of the Month Club Translation Prize” per la raccolta Widok z ziarnkiem piasku, View with a Grain of Sand (Vista con un granello di sabbia).
Vive attualmente a Cracovia.