di Marco Marinelli
Mi sono acclimatato, il freddo che sentivo è svanito , un leggero stato di benessere mi avvolge, mi scioglie, sono più mobile, più snodato l’assenza di attrito mi rende più dinamico, veloce, allegro. Felicemente giro gli occhi in cerca di quelle sfumature di azzurro tagliate da una luce faticosa, guardo dritto, concentro la pupilla in profondità per cercare un punto che mi faccia da riferimento per sapere dove andare. Le correnti calde mi rilassano e mi massaggiano di continuo, sono tonico, tutto è tremendamente silenzioso, afono, solo quel rumore di pressione che ti fischia dentro evita un silenzio totale nel cervello. Tutto è insonorizzato, compresso, l’udito non c’è, quel poco rumore che sento viene di rimbalzo, sbattuto in continuazione come onde sonar di un sommergibile, guardo gli altri che vanno in tutte le direzioni senza una logica apparente, i loro messaggi sono solo visivi non li sento, arrivano solo le loro vibrazioni e non li capisco. Giro in continuazione in cerca di altri colori che mi diano ossigeno e mi facciano capire che il mio mondo non è solo blu scuro, vedo uno sprazzo di luce mi ci getto con tutta la velocità che riesco a sprigionare, senza sforzo, ondeggiando, uscendo finalmente da quella che ora ho capito essere una grotta. Dal blu scuro a l’azzurro in un baleno, l’iride insensibile è travolta da una sfera di luce che mi ricopre a trecento sessanta gradi, tutto è chiaro ora, ma qualcosa di strano limita i miei movimenti in tutte le direzioni delimitando il mio mondo, dandogli una geometria, anche se lo vedo enorme e spazioso come non mai. Tutti sono consci del luogo dove si trovano solo io cerco di darmi risposte e di capire se è il mio mondo, tutti comunicano con i loro segnali non vocali. Nervoso, come imprigionato da una rete e sospettoso al tempo stesso alzo lo sguardo per capire il tempo scandito da bolle di aria che arrivano dal cielo, lente precise che mi ossigenano e mi calmano, sono rassicuranti perchè puoi godertele senza fretta, di pericoli non ce ne sono, una vera cura rigenerante, ma quando davanti a me due occhi mi guardano sbattendo le palpebre e con una mano provocano onde sonore al limite dello stordimento finalmente capisco……sono in un acquario.