Venerdì 27 settembre, mentre nel mondo i giovani manifestavano per il diritto al futuro, nelle carceri di Fermo e Ascoli Piceno il poeta Franco Arminio cantava la poesia della natura ai detenuti, grazie ai laboratori del progetto “Ora d’aria”. Ad accompagnare lo scrittore, «uno dei poeti più importanti di questo paese» secondo Roberto Saviano, c’erano il garante dei diritti dei detenuti Andrea Nobili, che ha finanziato il progetto, e il poeta Luigi Socci, direttore artistico del poesia festival “La Punta della Lingua”, ideatore e organizzatore dei laboratori.
Dopo il grande Fabio Pusterla, che ha incontrato i detenuti di Ancona lo scorso luglio, durante “La Punta della Lingua” 2019, stavolta il progetto “Ora d’aria” ha portato nelle case di reclusione di Fermo e Ascoli Piceno Franco Arminio, che ha fatto quello che fa di solito, nelle sue letture in giro per l’Italia. Ha letto le sue poesie e una, che inizia con i tre intensi versi «Abbiamo bisogno di contadini, / di poeti, gente che sa fare il pane, / che ama gli alberi e riconosce il vento», l’ha fatta tradurre nei vari dialetti parlati dai detenuti. Poi ha cantato, insieme al pubblico dei ristretti, la canzone Azzurro. Ad Ascoli Piceno l’esperimento è talmente riuscito che ha spinto un gruppo di detenuti nigeriani a cantare una canzone del loro paese. «La sensazione che ho ogni volta che tengo un laboratorio in carcere – ha confessato Arminio al termine della giornata – è che ci sia più attenzione rispetto a quella del pubblico dei libri. In carcere incontrare le poesia è un’occasione più preziosa: c’è sete di parole, parole che toccano corde profonde, belle pariole. In carcere la letteratura ha ancora un senso».
I laboratori di poesia, tenuti da Luigi Socci e dal condirettore del festival “La Punta della Lingua” Valerio Cuccaroni, continueranno a Fermo e Ascoli con altri due incontri, giovedì 3 e martedì 8 ottobre. Il progetto “Ora d’aria” si concluderà nel carcere di Pesaro con la poetessa Franca Mancinelli.